Stefano Vitaliani

Sono Psicologo-Psicoterapeuta, di orientamento gestalt-analitica individuale e di gruppo, un tipo di approccio integrato, che collega una terapia basata sul contatto ad una modalità di relazionarsi al paziente di stampo junghiano.

Mi occupo di problematiche di varia natura, dai disturbi d'ansia a problemi conseguenti a stress, attacchi di panico, insicurezza e bassa autostima, e di sostegno alla genitorialità.

Mi occupo altresì di dipendenze di vario genere da quelle affettive e di attaccamento a quelle collegate all'abuso di sostanze.

Svolgo per lo più una psicoterapia individuale, sostegno e riabilitazione affettivo-emotiva, indirizzata ad adolescenti e adulti, fondata essenzialmente sul contatto e sulle emozioni ritenendo la comunicazione non verbale il veicolo più diretto di espressione del proprio essere ed esistere. Essa è il passaggio per "adattare il mondo a sé stessi, così da potersi adeguare a sua volta al mondo".

Sono iscritto all'albo dei Consulenti Tecnici del Tribunale di L'Aquila.

IL MIO APPROCCIO - DOTT. STEFANO VITALIANI
Il mio approccio si fonda sui principi della Gestalt Analitica.

La terapia della Gestalt si basa sull'integrazione consapevole delle singole parti del paziente nel "qui e ora".

Corpo e mente sono strettamente collegate l'uno all'altro.

Lo scopo è di rendere consapevole il paziente di tutte le sue parti nascoste, rendendole figure

Perché ciò possa avveni risulta necessario venire a contatto con le proprie emozioni, i propri bisogni, gratificarli per chiudere quelle gestalt rimaste aperte, spesso risultanti di ferite profonde.

La relazione terapeutica è al centro dell'approccio gestaltico, in particolare il rapporto di fiducia che si instaura tra paziente e terapeuta è il vero Deus ex ex machina che consente il raggiungimento della consapevolezza.

Dal punto di vista junghiano, si tratta di porre l'esperienza nel qui e ora all'interno di un contesto analitico profondo, che dia voce al sintomo per poterlo agire e renderlo confacente alle necessità concrete del paziente, sintomo non più visto come elemento di sofferenza, bensì parte integrante di un unicum, che si definisce nella totalità dell'individuo.